Concorso internazionale di architettura, Baleal Peniche, Portugal.

Il sito, una lingua di terra avanza sul mare, frastagliata e selvaggia, su cui si leggono i segni di una presenza architettonicha antica, fortificata. Un luogo dove mare, pietre e cielo si unisco, dove la stessa geometria dell’insediamento in rovina diventano un unico corpo parte della natura stessa.

Un edificio in tale contesto rischia di compromettere irrediabilmente il carettere, l’autenticità del luogo, e dall’altra di non riuscire ad avviare un effettivo processo di fruizione e comprensione delle attività insediate. Il progetto di un teatro aperto, con vari servizi annessi, viene trasformato nell’idea di un percorso, che suggerisci e accompagna la visita del luogo. Attraverso un’architettura semiipogea si è introdotti nel profondo della roccia, per arrivare a tu per tu con la maestosità dell’oceano e i suoi venti, guidati da un fascio di luce che penetra dall’alto.

Un progetto che diventa completo con l’unione di forme geometriche pure, dove all’interno di un quadrato nasce il teatro, con un polcoscenico a mezza sfera e i gradoni vengono generati come onde, in ripetizione; per poi arrivare al punto panoramico semicircolare, sull’estremià più a nord della lingua di terra. Una forma iconica, in sintesi con il luogo e la sua storia. Le pareti in cemento armato, solide come le mura di una fortezza e i dettagli interni ricavati dai materiali trovati nel contesto. Nell’armonia delle geometrie, viene così inserita la contemplazione e la trascendenza dell’essere.